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Come nasce il fascicolo delle “Carcare”

L’oggetto di studio del gruppo “carcare” riguarda la declinazione costruttiva delle fornaci utilizzate per la cottura della pietra nel territorio del comune di Ragusa.

Questi manufatti, prevalentemente circolari, localmente denominati “carcare”, sono parte integrante di un processo di trasformazione di un materiale, nella fattispecie una roccia, in un altro materiale che veniva e viene, sebbene allo stato attuale maggiormente confinato a contesti dedicati al restauro, perlopiù utilizzato come legante delle malte impiegate nelle attività costruttive degli edifici in muratura, per i dipinti murali e similari.

L’interesse e l’attività di ricerca sul tema nasce dalla profonda consapevolezza di quanto importante sia stata negli Iblei l’attività estrattiva dei calcari e, contestualmente, la loro calcinazione e l’attività costruttiva, due realtà che nel nostro territorio hanno convissuto in equilibrio osmotico, soprattutto all’indomani del terremoto del 1693 che distrusse gran parte del Val di Noto e della grandiosa operazione di ricostruzione che ne seguì. Di queste attività, che permearono le dinamiche lavorative, economiche e sociali della società del tempo, abbiamo continua testimonianza sia nelle cave di estrazione tuttora visibili, sia nei manufatti architettonici.

Le evidenze sicuramente più famose e suggestive di tali manufatti ricadenti nel territorio del Comune di Ragusa sono le “carcare” che si trovano all’interno delle latomie di Cava Santa Domenica, poichè qui coesistono attività estrattive e attività di calcinazione della pietra direttamente all’interno dell’aggrottato, in un luogo, quello di Cava Santa Domenica, intensamente vissuto nei secoli: un luogo di continuità territoriale più che un canyon di divisione fra altopiani, fino a quando poi per necessità legata agli intensi sfruttamenti di altre zone dell’altopiano Ibleo si rese necessaria (e non solo visionaria) la costruzione del primo ponte.

A seguito dunque delle conoscenze pregresse, delle preziose informazioni raccolte da studiosi locali ed associazioni che precedentemente si erano occupate del tema delle “carcare” ( con particolare attenzione a quelle ricadenti sul loro territorio), nella consapevolezza della quantità di dati da acquisire e non ultima nella cognizione della eterogeneità delle competenze che potenzialmente gravavano sul tema di ricerca è nato il gruppo denominato “carcare”, il primo gruppo operativo dell’Ecomuseo Carat, che vanta al suo interno Architetti, Fotografi del paesaggio, Geologi e Geofisici, Tecnici Diagnosti e Restauratori.

Il gruppo di tecnici ha individuato, a seguito di tavole rotonde, la linea operativa da adottare per lo studio di questi manufatti insistenti sul territorio e le azioni da svolgere quali:

1) le indagini sul campo per raccogliere informazioni in situ : tecniche costruttive, dettagli architettonici, inquadramento dimensionale, riferimenti geografici e informazioni che potessero mettere in risalto analogie o eventuali dicotomie nelle evidenze presenti nel territorio;

2) la redazione di una scheda tecnica di tipo standard e ripetibile per la raccolta in situ delle informazioni architettoniche, geologiche e figurative-fotografiche;

3) lo studio ed approfondimento delle “carcare” presenti all’interno delle latomie di Cava Santa Domenica, nella previsione di estendere le indagini a tutti i medesimi manufatti allocati nel territorio comunale;

4) la redazione del cosiddetto fascicolo delle “carcare”, un contenitore che raccoglie, sulla base di un approccio razionale ed in maniera sistematica, informazioni di varia natura; un documento tecnico di sintesi, strutturato in maniera schematica e ripetibile per tutti i manufatti.

La scheda tecnica ed il fascicolo sono stati dunque creati simultaneamente avendo la necessità che i due moduli fossero dialoganti: se infatti la scheda tecnica è prettamente compilativa in situ, il fascicolo è la rielaborazione dei dati trascritti sulla scheda in studio.

Il fascicolo contiene dati generali dei manufatti circa la loro funzione, la tecnica costruttiva, lo stato di conservazione, aspetti geologici del sito e la localizzazione su carte topografiche, corredata da foto d’autore paesaggistiche e di dettaglio; dati relativi alle singole carcare corredati da foto con riferimento metrico, rilievo architettonico e rilievo dello stato di conservazione.