Riserva naturale "Macchia forestale del Fiume Irminio"

CARAT: CULTURA, ARCHITETTURA RURALE, AMBIENTE E TERRITORIO

Tra i siti di interesse naturalistico della provincia di Ragusa, un posto di rilievo appartiene sicuramente alla Riserva Naturale Speciale Biologica “Macchia foresta del fiume Irminio”, istituita con Decreto Assessorato Regionale Territorio e Ambiente n.241 del 7 Giugno 1985 al fine “di salvaguardare la biocenosi della zona costiera, la serie dinamica della vegetazione culminante nella rarissime espressioni di Macchia foresta del sopra e del retro duna, nonché l’ecosistema ripariale del fiume Irminio”.

Si tratta di un’area caratterizzata da diversi e quasi contrastanti ambienti che contribuiscono alla formazione di un ecosistema particolarmente fragile e delicato, in considerazione anche che l’area protetta è situata tra due centri abitati a vocazione turistica (Marina di Ragusa e Donnalucata). La riserva ricade, infatti, nei territori comunali di Ragusa e Scicli ed ha un’estensione di circa 130 ettari tra area di riserva (zona A) e area di preriserva (zona B).

La vegetazione presente sul cordone dunale è rappresentata da associazioni vegetazionali tipiche della macchia mediterranea che ha assunto uno sviluppo tale da potersi definire Macchia foresta. Avvicinandosi al fiume e intorno alla foce, la vegetazione cambia assumendo le caratteristiche tipiche delle aree paludose. Per quanto riguarda la fauna, sono gli uccelli ad attirare maggiormente l’attenzione, soprattutto quelle specie migratorie provenienti dalla vicina Africa, che utilizzano quest’area per riposarsi e rifocillarsi dopo aver attraversato il mar Mediterraneo.

Da fonti storiche è noto che il corso del fiume Irminio, già citato anche da Plinio, rappresentò per molto tempo il limite orientale dei territori della vicina Camarina e secondo Filisto segnava il confine tra quest’ultima città e Siracusa . La foce, già in epoca greco arcaica, è probabile che rappresentasse un punto di attracco e di scambio, come è testimoniato dai rinvenimenti dell’insediamento greco arcaico del “Maestro”. La foce era quindi un antico porto canale e la sua importanza andò aumentando anche in epoca romana. Lo storico arabo Idrisi, alle dipendenze della corte Normanna, indica con il nome di Maulli questa località (il toponimo deriverebbe dall’arabo “Mahàll”, luogo di fermata) e descrive l’Irminio come un fiume navigabile fino all’antica Ceretanum, l’attuale Giarratana. In particolare lo storico scriveva: “Le navi entrano nel bel porto di Maulli per lasciare o prendere carichi e per portare ai mercati di Ragusa Hybla genti di tutti i Paesi e di tutte le Nazioni”. L’importanza della foce come porto-canale permane quindi in epoca araba e normanna rappresentando uno scalo di notevole importanza per i traffici con Malta e la costa africana , e permane tale fino all’alto Medioevo. Un ultimo dato storico sul luogo: più a monte è segnalata la cosiddetta Fattoria delle Api, antico centro di lavorazione del miele ibleo, detto di Satra ossia di Timo, celebre in tutto il Mediterraneo.