Le Miniere

CARAT: CULTURA, ARCHITETTURA RURALE, AMBIENTE E TERRITORIO

1. MINIERA CONTRADA TABUNA

La zona mineraria di C.da Tabuna si trova sulla destra del medio corso del Fiume Irminio ed è ricca di “pietra asfaltica” da cui veniva estratto il bitume esportato in tutto il mondo per produrre asfalti, lubrificanti e combustibili, facendo così emergere il colore bianco della roccia. L’impiego dell’asfalto era frequente già nel VIII secolo a.C., come dimostrano i sarcofagi rinvenuti proprio nella contrada, che deriva il suo nome da “tabuto” ovvero sarcofago. Fu però nel 1838 che prese avvio lo sfruttamento minerale e industriale dell’area, quando tre ufficiali svizzeri dell’esercito borbonico, visitando la contrada capirono che quella pietra bruna poteva essere utilizzata per estrarre il bitume, non ottenendo però l’autorizzazione all’estrazione. Solo nel 1855 venne avviata una vera e propria industria estrattiva dell’asfalto a tre chilometri da Ragusa, che interessò una estensione di trecento ettari venduti o affittati a compagnie straniere, le quali esportarono l’asfalto in tutto il mondo fino alla prima guerra mondiale. Nel 1917 un’azienda romana, la A.B.C.D. (Asfalti, Bitumi, Catrami e Derivati) impiantò a Tabuna una serie di forni, i gasogeni, per lavorare l’asfalto. Si estraeva l’olio, lo si raffinava (negli stabilimenti di via Archimede, dove è oggi l’enorme palazzo Cocim) e lo si trasformava per ottenere un prodotto finito con alte rese economiche. Furono gli anni di Vann’Antò, che nelle sue poesie descrisse la dura vita dei minatori (“O scuru vaiu, o scuru viegnu, o scuro fazzu u santu viagghiu”). La A.B.C.D., da additare come uno dei primi esempi di industria con capitale almeno in parte statale ,in contrada Lusia impiantò un’incredibile attrezzatura, il Forno Roma, che con un complesso ciclo lavorativo si passava dalla roccia asfaltica frantumata alla benzina. Era il 1937 quando si completò la sua costruzione e si utilizzò, per i mezzi interni allo stabilimento, la benzina estratta dall’asfalto.

2. MINIERA STREPPENOSA

La zona mineraria è sita sulla sinistra del medio corso del Fiume Irminio, nel tratto di Monte Streppenosa, e interessa le contrade di Piano Ceci e Castelluccio. Le miniere di quest’area sono successive a quelle della vicina Ragusa, aperte per fare fronte all’aumentata richiesta di materiale asfaltico per opera della The Val de Travers Aspalte Poving Ca. Ltd. di Londra.

Questa però abbandonò lo sfruttamento trovando più conveniente i giacimenti di C.da. Tabuna. Altre ditte proprietarie d’appezzamenti continuano l’estrazione in questa zona: la ditta Giardina di Modica, la Bonelli di Scicli, la ditta Kopp di Berlino, la Weyss & Freitag di Monaco, la ditta Cocò- Testa di Catania e la Fratelli Bocchieri di Ragusa. Il crollo della richiesta, dovuto allo scoppio della prima guerra mondiale, portò a fermare i lavori. Nel dopo guerra seguirono cessione ed accomodamenti, e restarono sul posto la ditta S.M.I.A. e la F.lli. Bocchieri, che ripresero l’estrazione fino a cederla alla Società A.B.C.D., la quale voleva trasferire la roccia estratta con una teleferica di circa Km 10 in C.da Tabuna per sottoporla a lavorazione.

C.da Castelluccio è anche di notevole interesse archeologico. Nella chiusa del Finocchito è stato ritrovato uno dei più interessanti ripostigli di bronzi Siculi (circa Kg. 30), costituito da oggetti finiti, punte di lance e di frecce, asce, pugnali, coltelli, monili, che si possono ammirare nel museo archeologico di Ragusa.