Gli ipogei

CARAT: CULTURA, ARCHITETTURA RURALE, AMBIENTE E TERRITORIO

Aventi finalità funerarie, questi ambienti sotterranei si trovavano, quasi sempre, nelle prossimità di villaggi rurali, alcuni dei quali costituiti in seguito all’abbandono di Camarina da parte dei suoi abitanti. La distribuzione topografica dei cimiteri e dei relativi abitati era strettamente connessa alla produzione granaria e viticola addensandosi lungo le vie di comunicazione fra la parte orientale e centrale della Sicilia. Gli ipogei del nostro territorio presentano sofisticate strutture architettoniche che li caratterizzano, come baldacchini centrali, lunghi corridoi, arcosoli, fosse, archi ribassati, rozzi capitelli.

1. GROTTA DELLE TRABACCHE

Il termine “trabacca” in siciliano significa “letto ornato da cortine”, arredo al quale rassomigliano i due sarcofagi monolitici che stanno nella parte centrale dell’antro, con funzione anche di sostegno della volta. Il sito, insieme ad altre tombe della zona, rappresenta una delle poche testimonianze rimaste della dominazione bizantina.

La catacomba delle Trabacche fu già segnalata alla fine del diciottesimo secolo dal viaggiatore Jean Houel come raccontato nel suo “Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari” – Paris 1787, volume IV -. Lasciata Modica, Houel si porta a Ragusa e visita dapprima la Valle dei Cento Pozzi poi, in prossimità della città, la grotta che “contiene due superbe tombe lunghe undici piede e larghe otto” di cui fornisce una tavola in cui mostra una veduta prospettica dell’insieme ponendo delle figure per offrire al lettore il riferimento dimensionale.

2. CISTERNAZZI

Uno straordinario esempio di sepoltura catacombale tardo antica dell’altopiano ibleo, il cui complesso è stato inquadrato tra il IV e il V sec. d.C. Può essere certamente affiancato, per importanza e carattere monumentale, alla più celebre catacomba delle Trabacche.

3. CATACOMBE DI CAVA CELONE

La catacomba più grande di Cava Celone è un significativo ipogeo sepolcrale rupestre a sviluppo irregolare ma nel quale si individuano tre gallerie principali disposte parallelamente. Queste si dipartono da una sala più ampia e prossima all’ingresso, che al centro ospitava un baldacchino oggi scomparso.

Importanti scavi hanno messo in luce l’intero complesso con il rinvenimento di significativi reperti facenti parte dei vari corredi funerari, in particolare monete e ceramiche che daterebbero l’uso dell’ipogeo tra il IV e il V sec. d.C., quindi precedente all’arrivo dei bizantini. A seguito dei lavori di scavo, la Sovrintendenza di Ragusa ha installato una comoda passerella per poter visitare l’ipogeo.

4. BUTTINO CENTO POZZI

Alquanto singolare è l’ipogeo di contrada Buttino: una grande camera di forma irregolare con un sepolcro a “tegurium” o a baldacchino al centro. L’ingresso al cimitero, attraverso una porta, è ricavato su un fronte roccioso molto alto, con due gradini rispetto al piano della campagna. L’articolata tomba centrale a baldacchino, in parte crollata e dalla forma irregolare, ha condizionato lo sviluppo planimetrico del complesso. In tutto si contano 25 sepolcri; mentre altri loculi sono ricavati nelle pareti del corridoio dell’ingresso, dove sono scavate le uniche cinque fosse terragne. Sul lato frontale il baldacchino presenta due pilastri, su quello orientale sei pilastri. Affascina il colore dorato della pietra ed il gioco di luci ed ombre all’interno della catacomba.